Si parla solo della Ferragni da qualche tempo. I programmi televisivi non parlano d’altro. È diventato un tormentone. D’altra parte la Ferragni è un’icona del nostro tempo, però forse si sta esagerando. Per noi tutti è diventato un imperativo sociale sapere tutto sulla questione e avere un’idea personale. Non ci si può esimere dall’informarsi e dal pronunciarsi sulla questione. Chi non si informa, chi non dice la sua sulla vicenda è ritenuto uno fuori dal mondo. Si parla solo della Ferragni. “Come è possibile che tu non sia informato sulla Ferragni? Come puoi non avere un’opinione in merito?”: queste sono le domande polemiche rivolte molto spesso a chi se ne infischia della Ferragni. Tutti sono diventati esperti in materia. Nei bar, nei locali, negli uffici non si parla d’altro. La Ferragni è sulla bocca di tutti. Anche non volendo parlare della Ferragni si finisce inevitabilmente per parlare della Ferragni: è un cul de sac dei mass media prima e sociale dopo. Non staremo a disquisire se l’affare Balocco, di cui si parla tantissimo, sia dovuto a errore di comunicazione, pubblicità ingannevole o truffa aggravata. Non ci interessa. Cerchiamo invece di valutare molto brevemente il circo mediatico e la fenomenologia massmediologica a cui siamo sottoposti ogni giorno. Un tempo gli stessi opinionisti che dicevano che Chiara Ferragni era un genio assoluto, oggi la considerano una poveretta. Chi la osannava un tempo, oggi l’ha già processata e condannata, mentre è sempre meglio essere garantisti e aspettare tre gradi di giudizio. C’è chi non capisce come si possa fare a guadagnare decine di milioni di euro l’anno pubblicizzando vestiti, postando foto su Instagram; c’è chi pensa che essere una influencer non sia un vero lavoro; c’è chi non capisce insomma il fenomeno Ferragni e condanna subito senza se e senza ma. Si parla solo della Ferragni. Sui social ci sono hater e fan. Il personaggio è alquanto divisivo e l’argomento accende gli animi dei leoni da tastiera. La Ferragni viene lodata perché ha successo, milioni di euro, fama oppure viene insultata perché invidiata, odiata sempre per il suo successo. La sua vicenda viene valutata esclusivamente in base alla simpatia o antipatia del personaggio. C’è tanta polarizzazione, tanta emotività. Si parla solo della Ferragni, ma spesso senza cognizione di causa. Per molte ragazze è un idolo, ma c’è anche chi lascia scritte ingiuriose davanti ai suoi negozi. Non ci sono vie di mezzo. Come non ricordarsi dell’importanza del giusto mezzo tanto cara ai filosofi? Purtroppo manca l’equanimità di giudizio. Bisognerebbe cercare un minimo di obiettività e ponderatezza quando si esamina un fatto e/o una persona. D’altronde fa parte della natura umana godere delle disgrazie altrui, soprattutto della caduta di popolarità di qualcuno che fino ad allora era troppo in alto. Si pensi ai gladiatori nell’antica Roma, alla gente secoli fa che assisteva con piacere agli eretici bruciati, ai nobili ghigliottinati oppure alla corrida. Godiamo del dolore altrui. Purtroppo è così. Si ricordi la massima di Biante: “La maggioranza degli uomini è cattiva”. Così come fa parte della natura umana prediligere l’intrattenimento, la leggerezza alla profondità, all’intellettualità, all’impegno. Questi due aspetti nel caso Ferragni si sono fusi.
Prima osservazione in merito al tritacarne mediatico, che porta alle stelle o alle stalle i vip: ci sono problemi in Italia e nel mondo più importanti del caso Ferragni. Va bene che è famosa nel mondo, ma questa vicenda ha oscurato televisivamente quel che accade nella Striscia di Gaza e in Ucraina. Ci dovrebbe essere una priorità. Il Pandoro-gate non dovrebbe essere prioritario. Però vige la legge dell’audience su tutto. Domina la logica di mercato oltre al fatto che il caso Ferragni potrebbe essere un’arma di distrazione di massa per non parlare dei veri problemi che affliggono il Paese (crisi economica, povertà, i mille morti circa sul lavoro ogni anno, etc etc).
Seconda osservazione: la Ferragni non ha bisogno della pena, né della solidarietà di nessuno. In ogni caso avrebbe anche lei dovuto valutare a cosa andava incontro e cosa stava facendo; inoltre la Ferragni doveva prevedere che essere così famosa ha vantaggi, privilegi ma anche rischi. Un tempo con la sua fama si è arricchita, oggi la sua popolarità le si ritorce contro. Però è anche vero che è troppo facile giudicare in modo troppo superficiale senza aspettare gli sviluppi della vicenda. Infine ognuno è bravo, come si suol dire, col cubo di Rubik degli altri.
Terza osservazione: non mettiamo in dubbio l’intelligenza, il merito e il talento della Ferragni di trasformare una sua passione in lavoro, di monetizzare, di diventare la più famosa fashion blogger del mondo, di essere un’imprenditrice, ma ci sono lavoratori, medici, artisti, imprenditori, intellettuali, persone che lavorano nel volontariato, che meriterebbero molta più visibilità e denaro. Bisognerebbe iniziare a parlare della Ferragni e poi finire ogni discussione in merito parlando di persone più meritevoli, più talentuose, più colte, meno valorizzate, meno remunerate di lei. La realtà oggi è che si parla solo della Ferragni. Bisognerebbe fermarsi un attimo e riflettere sul sistema, fare una critica radicale a esso. In fondo ora che è arrivata una “stretta” legislativa dell’Agcom sulla pubblicità fatta dagli influencer, non si capisce forse che il caso dei pandori era dovuto anche a un errore di sistema? Invece di recitare il de profundis per Chiara Ferragni, bisognerebbe non avere il furore iconoclasta verso una singola persona ma verso tutta la civiltà dell’immagine, di cui lei è solo un idolo. L’azione di demitizzazione dovrebbe essere generale, totale, altrimenti perde la sua forza, si snatura, degenera. Così come dovrebbe essere fatta un’analisi delle infrastrutture e delle sovrastrutture del mondo dello spettacolo e non limitarsi unicamente alla Ferragni. Infine bisognerebbe uscire qualche ora, per qualche giorno dal circo mediatico, dalle nostre bolle social e iniziare a pensare. Riprendetevela in conclusione con il sistema e non con la Ferragni, che è un personaggio tra i tanti dello show business!