Pietro dé Cerroni, meglio conosciuto con il soprannome di Cavallini fu un artista Romano attivo tra il 1273 e il 1321. Purtroppo sono giunte a noi pochissime informazioni biografiche e della maggior parte della sue opere ci sono rimaste solo scarse notizie.
Fra le opere Romane spicca senza dubbio il ciclo di affreschi realizzato nella Basilica di Santa Cecilia in Trastevere di cui restano il Giudizio Universale, l’Annunciazione e alcuni frammenti rappresentanti altre storie bibliche. Gli affreschi furono scoperti e pubblicati nel 1905 da Federico Hermanin, il quale li attribuì immediatamente a Pietro Cavallini. Si trattò di una scoperta importantissima che segnò una svolta radicale nell’interpretazione della pittura Romana del tardo Duecento; viene difatti messa in discussione la consolidata immagine di Roma del Duecento assestata su un tradizionalismo artistico di matrice bizantineggiante.
Cavallini conferisce alle sue figure un senso di maestosità classicheggiante non solo attraverso una loro costruzione plastica ma anche sfruttando quelle che sono le possibilità cromatiche offerte dalla tecnica dell’affresco realizzando figure che sorprendono per il loro realismo e per la ricchezza delle giustapposizioni cromatiche.
L’opera di Cavallini deve assere però contestualizzata all’interno del cantiere di Santa Cecilia: essa va infatti messa in relazione al meraviglioso ciborio realizzato nel 1293 dal celebre scultore Arnolfo di Cambio che sembrerebbe essere stato addirittura il “capo-cantiere”.