La storia dei re Magi è una leggenda che si perde nella notte dei tempi e nasce in terre lontane, esotiche e ricche di antiche tradizioni ed è ispirata all’oracolo di Balaam, identificato con Zoroastro, che aveva annunciato ““Una stella spunta da Giacobbe e uno scettro sorge da Israele, spezza le tempie di Moab e il cranio dei figli di Set”.
Da quel versetto – proposto in maniera diversa dal Profeta ISAIA – gli Ebrei avevano dedotto che il Messia, destinato a far trionfare Israele sui suoi nemici, sarebbe stato annunciato da un astro eccezionale. Ed ecco che Matteo, puntualmente, abbina la nascita di Gesù a una strana stella: una cometa, secondo l’interpretazione corrente.
I tre misteriosi personaggi sono menzionati solo nel Vangelo di Matteo in cui si parla dei Magi – sui Dromedari che erano più veloci dei cavalli – che dall’Oriente arrivarono a Gerusalemme durante il regno di Erode alla ricerca del neonato Re dei Giudei.
Tutte le notizie che abbiamo sui Magi ci vengono dai Vangeli Apocrifi e da ricostruzioni e ragionamenti postumi.
Dal Vangelo di Matteo abbiamo solo riferimenti ai tre doni, l’oro, l’incenso e la mirra; il numero tre ha una forte valenza simbolica, per alcuni indicherebbe le tre razze umane, discendenti dai tre figli di Noè, Sem, Cam e Iafet.
I doni dei Magi hanno un significato: fanno riferimento alla duplice natura di Gesù, quella umana e quella divina: l’oro perché è il dono riservato ai Re e Gesù è il Re dei Re, l’incenso, profumo che si brucia in onore di Dio quindi come testimonianza di adorazione alla sua divinità, perché Gesù è Dio, la mirra, costosa pomata che a quei tempi si usava per guarire le malattie o curare le ferite ed usata anche nel culto dei morti, perché Gesù è uomo e come uomo, mortale.
L’oro ha rappresentato, da sempre, il segno della maestà divina e della regalità. L’incenso, ha simboleggiato il sacrificio, e la mirra ha rappresentato la sepoltura, evidenziante la fragilità umana.
La religione cristiana attribuisce ai magi i nomi di Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, ma non tutte le fonti sono concordi.
Nel complesso monastico di Kellia, in Egitto, sono stati rinvenuti i nomi di Gaspar, Melechior e Bathesalsa.
Melchiorre sarebbe il più anziano e il suo nome stesso deriverebbe da Melech, che significa Re.
Baldassarre deriverebbe da Balthazar, mitico re babilonese, quasi a suggerire la sua regione di provenienza.
Gasparre, per i greci Galgalath, significa signore di Saba.
Un accenno a questi mitici re lo troviamo anche in Marco Polo:”…in Persia è la città che è chiamata Saba da la quale partirono tre re che andaron ad adorare Dio quando nacque…”
Secondo numerose leggende i tre magi giunsero a Betlemme 13 giorni dopo la nascita di Gesù.
I Re Magi provenivano dall’ altopiano iranico e praticavano l’astrologia, culto dedicato a Zoroastro, e successivamente sono diventati i sacerdoti del dio Ahura Mazda il protettore di tutte le creature.
Melchiorre, era il re della Nubia e Arabia. Gasparre era re di Tharsis e Egriseula, con la pelle scura degli etiopi. Baldassarre, re di Godolia e di Saba.
Studiosi di astronomia, seguendo la lettura del cielo, avevano riconosciuto in Cristo uno dei loro “Saosayansh”, il salvatore universale, diventando così loro stessi, “l’anello di congiunzione” tra la nuova religione nascente, il cristianesimo, e i culti misterici orientali, come il mazdaismo e il buddismo.
In tempi più recenti si narra che i resti mortali dei Re Magi furono recuperati in India da Sant’Elena, madre dell’Imperatore Costantino, e poi portati a Costantinopoli.
Nel 1034, secondo alcune “Cronache”, le sacre reliquie erano risposte dentro una cassa di legno, avvolti in tessuti intrisi di profumi e di mirra, e vennero portati a Milano nella chiesa di Sant’Eustorgio al ritorno da un suo viaggio a Costantinopoli.
I corpi dei Re Magi erano intatti, essendo stati trattati con balsami e spezie, e mostravano dal volto e dalla capigliatura età differenti: il primo sembrava avere 15 anni, il secondo 30 e il terzo 60 anni.
L’antica chiesa dove la tradizione vuole che fosse battezzato San Barnaba, il primo vescovo della città, venne ampliata dal vescovo Eustorgio per ospitare la reliquia che venne riposta in un’arca romana di marmo sormontato dalla stella e dalle tre corone, con l’epigrafe crum trium Mag“Sepulorum”.
Questa volta gli accenti sono a posto <<<<<1