La rivalità, stando al dizionario Treccani, è un rapporto antagonistico tra persone, gruppi, […], squadre. I sinonimi sono antagonismo, competizione, contrasto, gara, inimicizia… ecco, nel calcio, ma soprattutto nella sfida di ieri sera tra Napoli e Inter, quarti di Coppa Italia in gara secca ad eliminazione diretta, si è assistito a tutto questo, in pochi attimi, troppo velocemente per accorgersi subito dell’accaduto nel dettaglio.
Tutte le partite sono importanti, ma ovviamente ci sono alcune sfide che pesano più di altre, in cui la pressione sale, le gambe tremano, la voglia di fare bene è essenziale, insomma non tutte le partite sono uguali.
Napoli-Inter non è mai una gara qualunque, sia che ci si giochi il trofeo Tim, sia che ci si contenda il campionato di Serie A. In questa stagione non può essere una gara qualunque, perchè il Napoli è finalmente ritornato in vetta alla classifica e l’Inter ci è stata per qualche giornata ed è comunque lì davanti a dare fastidio perchè giustamente ambisce al premio più importante in Italia, lo scudetto, dopo diversi anni di risultati non eccellenti.
Il Napoli di Maurizio Sarri sta compiendo cose incredibili e ieri sera è giunto al San Paolo con tanta voglia di conquistarsi la semifinale di Coppa Italia, perchè di fronte c’era l’Inter ed era lecito dimostrare nuovamente la supremazia calcistica dei suoi dopo il successo in campionato per 2-1 proprio sui nerazzurri.
L’Inter di Roberto Mancini è arrivata consapevole di non essere la favorita, i tifosi napoletani sono davvero il 12esimo uomo in campo, ma anche il tredicesimo e quattordicesimo, vista la grande enfasi ed il grande supporto con cui invocano i loro beniamini in campo, apporto che qualunque squadra vorrebbe avere.
A livello calcistico e di spettacolo il primo tempo ha regalato poco o nulla, uno scialbo 0-0 che a molti avrà ricordato il quarto di Coppa Italia della passata stagione, sempre tra Napoli e Inter, sempre al San Paolo che si concluse 1-0 solo grazie ad un gol dei partenopei al 92′ su errore difensivo di Ranocchia.
Il secondo tempo è iniziato senza troppi squilli, poi un lampo di Jovetic ha regalato il vantaggio all’Inter, la quale ha poi raddoppiato in contropiede con Ljajic sigillando il punteggio sullo 0-2 che di fatto ha chiuso il discorso qualificazione.
In realtà dei gol sinceramente è interessato poco, alla luce di quanto invece è accaduto sulle due panchine ed è proprio qui che tutti i significati sopra elencati legati al termine “rivalità” sono venuti fuori.
Napoli-Inter 0-1, minuto 90, i partenopei stanno cercando il gol del pari. Il quarto uomo esibisce la lavagna luminosa con un recupero di 9′, Mancini si scaglia sull’assistente dell’arbitro per urlare il suo disappunto, in realtà si è trattato di un errore corretto poi a 5′, troppi ancora a detta di Mancini che ha continuato la sua protesta alzando anche i toni, la tensione ha preso il sopravvento. Il Napoli batte un calcio d’angolo, minuto 92′, l’Inter riparte in contropiede, gol di Ljajic e fine dei giochi.
Sarri vede sfuggire davanti agli occhi un grande obiettivo stagionale, perde la testa, insulta il tecnico dell’Inter con epiteti di sfregio verso gli omosessuali, nasce una disputa, si forma il “gruppone” come al solito di gente e di dirigenti sportivi che cercano di far scemare il tutto, i due si danno appuntamento negli spogliatoi, vengono allontanati entrambi dall’arbitro, la partita termina, passa l’Inter.
I giocatori in campo si salutano amichevolmente, qui esce la sportività delle due grandi squadre, l’Inter gioisce, il Napoli va a ringraziare i suoi tifosi come di consueto nonostante la sconfitta. In campo non è ben chiaro cosa sia successo e nemmeno alla televisione.
Dopo alcuni minuti di frenesia e di ricostruzioni tentate dai giornalisti presenti, Mancini rompe il silenzio e denuncia gli “sgarri di Sarri” in tv. Qualcuno sostiene che forse non avrebbe dovuto, forse era il caso di dimostrare indifferenza, di dimostrarsi superiori all’accaduto, ma Mancini ha fatto quello che si sentiva di fare dopo aver tenuto la sua tensione in corpo per tutto il match. Sarri ha provato a scusarsi, ma non è bastato, Mancini ha reputato troppo gravi gli accadimenti di ieri sera decidendo di denunciare prima in tv e stamattina in procura il comportamento poco elegante del tecnico ex Empoli. Due “Tiri Mancini” che potrebbero costare caro a Maurizio Sarri, il quale attualmente rischia una squalifica di 4 mesi, per due aggettivi, per una partita, per 5 minuti di recupero, per una rivalità che nel calcio dovrebbe sempre essere leale e di esempio per tutti, mentre qui di esempi per i giovani e non solo, tra proteste, denunce ed insulti, ce ne sono stati davvero ben pochi.