Roma come Babilonia !!! Ah, che scandalo questa città perduta !!!! Era veramente così o è la solita esagerazione d’Oltralpe ???
In realtà qualche verità in questa stima ci dovrebbe essere, il censimento del 1521 vide un numero abbastanza grande di “capofamiglia” donne, ora, escludendo che possano esser tutte vedove, è probabile che molte siano state “donne in attività”.
La maggior parte risulta, inoltre abitare, attorno a piazza Navona, che tra la seconda metà del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento divenne uno dei quartieri più frequentati e alla moda di Roma.
Qui le più famose cortigiane del tempo si potevano incontrare nella parrocchia loro riservata: Sant’Agostino. A tal punto erano ricche ed importanti che molte di loro riuscirono ad avere non solo la sepoltura, ma addirittura la cappella di famiglia proprio in questa chiesa.
In seguito i tempi cambiarono e presto il nome e il ricordo di queste donne venne volutamente e accuratamente cancellato.
Una rigorosa riforma dei costumi fece in modo che tutti i “marginali” furono messi sotto controllo, nascerà così il Ghetto per gli ebrei al Portico d’Ottavia ma anche quello per le “donne di vita”, il famigerato Ortaccio, nei pressi del porto di Ripetta .
Al contrario le cose andavano diversamente durante il primo Rinascimento, le cortigiane non erano semplici prostitute, ma donne di cultura, estremamente raffinate. In qualche maniera forse paragonabili alle geishe giapponesi.
Donne ricercate per la cultura, l’arguzia e la compagnia, alcune anche discrete musiciste e poetesse. Attorno a loro e nelle loro case si raccoglievano gli intellettuali, creando dei veri e propri cenacoli in cui l’arte e la bellezza si intrecciavano mirabilmente ai sensi.
Per non parlare poi del fatto che pagavano le tasse ! Molte opere che ancora abbelliscono la città, come ad esempio Via De’ Coronari e Ponte Sisto, pare siano state realizzate grazie al loro “spirito di impresa”.