Intorno agli anni ’80 la moda prende una sua coscienza autonoma e sceglie un preciso percorso, influenzata da un estetica innovativa introdotta in Europa dai designer giapponesi, e dalle suggestioni dello street style “stile di strada”, modificando la concezione di forma e di volume. Un lavoro che vede in Alexander McQueen, l’esponente di punta nella espressione della fusione totale tra il corpo e l’abito. La moda trasforma il corpo con l’intento di abbellirlo e di renderlo parte integrante della storia e della società in cui vive.
Alexander McQueen come definirlo con tre aggettivi? Geniale, colto, eccentrico.
Il grande stilista inglese è annoverato tra i “grandi talenti d’Inghilterra”, ha vinto il riconoscimento di “stilista inglese dell’anno” per quattro volte e la banca d’Inghilterra ha fatto un sondaggio per inserire la sua immagine nella banconota inglese.
E’ stato lanciato da Isabella Blow, personaggio del fashion system, e sua intima amica, morta suicida nel 2007, si e’ formato presso la prestigiosa scuola Saint Martin’s School of Art, ha lavorato per celebri costumisti teatrali, per Romeo Gigli a Milano, per Gucci, per Puma, Gieves & Hawkes e da Anderson e Sheppard, sarti di Savile Row. E’ stato direttore creativo di Givenchy ma sentendosi troppo costretto nell’espressione della propria creativita’ abbandona la maison.
E’ da qui che il suo estro si esprime con sfilate trasgressive e scioccanti, al punto di essere definito “l’hooligan della moda” per quel suo modo di essere visionario e irriverente allo stesso tempo.
Alexander McQueen, esprime una sua moderna visione stilistica, una creatività visionaria legata al concetto di morte. Le sue collezioni colpivano emotivamente gli spettatori, rendendoli di volta in volta felici, tristi o disgustati.
I suoi abiti grande soirèe o street style hanno una visione gotica e si rifanno alle varie epoche rinascimentale, medioevale, vittoriana e all’arte simbolista, spettacolarizza le sue sfilate di moda rendendole scioccanti e mai banali, mettendoci una bella dose di bizzarria.
I suoi abiti sono fra i prediletti della Duchessa di Cambridge, Kate Middlleton – che li ha indossati spesso per occasioni speciali, come durante il matrimonio e il Giubileo della Regina Elisabetta.
Il lavoro di Alexander fonde l’abbigliamento nelle forme della Natura, piante o animali, e avvicina i corpi umani all’ambiente.
Nella sua collezione creata nel 2009 intitolata Plato’s Atlantis racconta la trasformazione della Natura e delle sue creature attraverso Atlantide descritta da Platone, McQueen trasforma le modelle in creature del futuro che recuperano la natura originaria e concepisce una scarpa che chiama Armadillo che riproduce le forme di quell’animale. Toglie alla scarpa la sua forma originale e la esclude dall’anatomia del piede rendendola un piedistallo naturale, muta la rappresentazione del corpo umano e riveste il piede in una forma naturale.
Le modelle si ribellarono poiche’ era molto complicato sfilare con queste scarpe. Unica la popstar Lady Gaga, fu la sola in grado di portarle senza cadere a terra.
Si ispira all’origine della Specie e capovolge il concetto di evoluzione immaginando lo scenario in cui gli umani si troverebbero in caso di devoluzione. Crea quindi abiti con iridescenze dorate e verdi fosforescenti, stivali d’ispirazione marina con squame, un mondo acquatico fatto di meduse e pesci azzurri e verdi.
Nelle sue eccentriche sfilate fa sfilare una modella amputata alle gambe che attraversa la passerella su protesi di legno intagliato, i suoi capi sono insoliti con grandi maniche a ruches , il corpo e’ racchiuso in corpini, con inserti di pellicce sulle spalle. Le sue sfilate di alta moda sono eccentriche, vere e proprie messe in scena teatrali Seicentesche, ricche di colpi di scena e costumi bellissimi esageratamente opulenti.
A continuare le sue orme dopo la morte di Alexander, Sarah Burton decide di dare un tocco più femminile e sartoriale alla collezione di ottobre 2015 la visione gotica si addolcisce e diventa romanticismo, con costumi inglesi, ricami, ruches, chiffon, intarsi di pizzo. La favola oscura si trasforma in una fiaba rassicurante.
Gli e’ stata dedicata una mostra “Savage Beauty” al V&A Museum nel 2015 a Londra, dove sono stati esposti 200 tra abiti e accessori realizzati dal 1999 al 2010, anno della scomparsa dello stilista (e’ morto alla giovanissima eta’ di 40 anni, suicida). In occasione della mostra, la Maison lancia una collezione dedicata proprio a quelle creazioni che hanno scritto, in definitiva, la storia della moda. Si tratta di cinque icone, disegni in edizione limitata. Tra le stampe anche il mitico abito “Spray Painted Dress”, la mostra è stata visitata da oltre 345.000 persone provenienti da tutto il mondo ed ha avuto un eco mondiale.
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