Debutta in prima nazionale venerdì 5 febbraio all’Argot Studio di Roma il nuovo spettacolo scritto e diretto da Giampiero Rappa, Nessun luogo è lontano, prodotto da Argot Produzioni che prosegue il proprio impegno di promozione a sostegno della nuova drammaturgia. In scena: Valentina Cenni, Giampiero Rappa, Giuseppe Tantillo con le musiche originali di Stefano Bollani.
Giovedì 11 febbraio dalle ore 19.00 si terrà nel foyer dell’Argot Studio un incontro gratuito e aperto al pubblico con Giampiero Rappa e la dott.ssa Monica Morganti, psicologa e autrice del libro Come gestire la rabbia citato in alcuni momenti dello spettacolo Nessun luogo è lontano. A seguire l’immancabile aperitivo fusion nippo-brasiliano offerto da Banana Trash.
Una baita sperduta tra le montagne. Una ragazza giovane e misteriosa affronta un lungo viaggio per entrare in contatto con Mario, uomo di mezza età, burbero e cinico che da tre anni ha chiuso ogni rapporto con il mondo . Che cosa vuole ottenere la ragazza da lui? E che cosa cerca e nasconde Ronny, il giovanissimo e irruento nipote di Mario che a sorpresa e con entusiasmo torna a trovarlo dopo tanto tempo? Perché l’entusiasmo si trasforma a poco a poco in rabbia e rancore? Riuscirà l’uomo a difendere la sua baita dalla intrusione dei due ragazzi? O forse è proprio quell’intrusione che sta attendendo da tempo senza saperlo? Mistero, leggerezza, silenzi, ritmi serrati, colpi di scena e comicità in un testo che parla di orgoglio, conflitti tra genitori e figli, amore, perdono.
Note di regia: Tre personaggi appartenenti a generazioni diverse e l’incapacità di gestire la propria rabbia. Emozioni compresse e solitudine accumunano Mario Capaldini, cinquantenne, ex scrittore di successo ritiratosi a vivere in una baita; Anna Vulli, giovane inviata di guerra; e il nipote di Mario, il ventenne Ronny.
L’occasione, fatale dell’incontro fra Mario e Anna è un’intervista che lo scrittore, restio a concederne dopo avere rifiutato in una diretta televisiva un importante premio letterario, decide di rilasciare dopo tre anni di silenzio.
Mario, e l’orgoglio che lo divora, è il motore stesso della storia. Durante l’intervista i due si accusano, si offendono per poi ritrovare un apparente attimo di condivisione, ma è solo un illusione. La rigidità di Mario e il suo sarcasmo sono la sua stessa prigione, fatta di ghiaccio, che a poco a poco viene scalfita prima da Anna e poi dall’intrusione del giovane Ronny che è alla ricerca disperata di un posto dove rifugiarsi. Quando i tre personaggi si ritrovano insieme per la prima volta assistiamo al dramma. La donna ha una funzione catalizzatrice, è proprio grazie al suo silenzio che lo scontro, necessario, permette di fare uscire i mostri contenuti dentro i due uomini.
La tensione emotiva esplode sul finale e permette, soprattutto a Mario, di risalire dal buio di una solitudine profondamente vissuta fino a una luce di apertura verso la vita e gli altri.
Gli attori recitano come se fossero dentro una commedia inconsapevoli del dramma che incombe. Le musiche sottolineano i passaggi emotivi dei personaggi caricandoli di tensione. La scena è un non luogo, un ring precario dove non si può mai stare comodi. La finestra è la zona dove si rifugiano quando sono in difficoltà o quando si sentono sotto pressione; il camino invece dà loro respiro perché è l’unico luogo caldo, davanti al quale sentirsi protetti e dove poter intrecciare legami affettivi. Davanti al camino ci si scalda e ci si confessa e il fuoco riflette, come davanti a uno specchio, l’ombra e la luce della propria anima.
Giampiero Rappa Nato a Genova nel 1973, frequenta nel 1994 la Scuola di Recitazione del Teatro dello Stabile di Genova. Nel 1997 si trasferisce a Roma e diventa drammaturgo. Il suo primo lavoro, Gabriele, scritto con Fausto Paravidino nel 1998, è vincitore della Terza Rassegna di Drammaturgia Emergente – come miglior spettacolo della giuria e del pubblico – e nel 2005 è Finalista ai Premi Olimpici del Teatro dell’ ETI come novità italiana. Ha scritto inoltre i testi Zenit (con Barbara Petrini), Tutta colpa di cupido (scritto con Lello Arena e Fausto Paravidino), Il Riscatto, Prenditi cura di me, recentemente proclamato vincitore del Premio Enrico Maria Salerno per la Drammaturgia Europea – XIII Edizione, la commedia Sogno d’amore ed infine Il coraggio di Adele . I suoi testi sono stati tradotti in sei lingue.Oltre che drammaturgo è anche regista teatrale. Ha diretto Gabriele, Zenit, Il riscatto, Sogno d’amore, Prenditi cura di me, Il coraggio di Adele, La macchina dei desideri, Adele’s Heart per il Fringe Festival di Edimburgo, Mr.Placebo di Isabel Wright e A Slow air di David Harrower. A queste attività affianca anche quella docente di recitazione e attore per il cinema e il teatro.
(Grazie a Ufficio Stampa Argot Studio – Giulia Taglienti)